Alla riscoperta di un grande: Livio Benetti
Una mostra ne ricorda la figura ma cerca anche di avviare la catalogazione dell'imponente mole di lavoro svolto.
di Beppe Viola
SONDRIO - Il 10 gennaio del 1987 scompariva improvvisamente, nella sua abitazione al Masegra, Livio Benetti, artista fecondo che per oltre 50 anni ha spaziato nel campo della scultura e in quello della pittura (ad olio e ad acquarello), del mosaico, del disegno, dell'incisione.
Nato a Trento nel 1915 si avviò agli studi d'arte presso lo scultore trentino Stefano Zuech da dove passò poi a Firenze e quindi all'Accademia delle Belle Arti di Venezia. Dopo gli intensi inizi trentini Benetti approdò in Valtellina perchè vinse la cattedra di disegno e storia dell'arte presso l'Istituto Magistrale di Sondrio dove insegnò per 38 anni, arrivando anche a ricoprire l' incarico di Preside. Ma nel suo curriculum vitae appaiono anche importanti incarichi politici e amministrativi nella nostra Provincia. Del suo fecondo passato di artista non si riesce a vedere i confini tanto che, in occasione del decennale della sua scomparsa, è stata organizzata una mostra, nata dalla comune volontà di Provincia di Sondrio, Comune di Sondrio, Credito Valtellinese e familiari dell'artista, con lo scopo primo di far conoscere al pubblico opere mai esposte, ma anche con l'intento di avviare un lavoro di ricerca, studio e schedatura di tutte le sue opere. Un lavoro che, è stato stimato, dovrebbe coprire diversi anni, data la mole della sua produzione.
Il percorso espositivo e le diverse sezioni della Mostra intendono mettere in evidenza la padronanza delle diverse tecniche (scultura, pittura, disegno), le tematiche e gli interessi prevalenti, il personale linguaggio artistico teso alla rappresentazione ed interpretazione dell'ambiente naturale, familiare, culturale e sociale in cui si è trovato a vivere.
La mostra inaugurata lunedì 22 settembre scorso e presso il palazzo Sertoli del Credito Valtellinese si articola in tre sezioni espositive tematiche che, per ragioni di spazio, sono ospitate in due sedi diverse: la Galleria del Credito Valtellinese (a piano terra del Sertoli, in piazza Quadrivio) e la Sala Ligari della Provincia (al piano terra del palazzo del Governo in via Vittorio Veneto). Le opere di ciascuna sezione tematica sono disposte in ordine cronologico. Nella prima sezione troviamo Storia e senso religioso, opere di carattere monumentale o commemorativo a soggetto civile e religioso, (Palazzo Sertoli); nella seconda Natura e Architettura, paesaggi e nature morte (Sala Ligari) e nella terza Persone, ritratti e figure (Sala Ligari). Sono state inoltre approntate altre due sezioni speciali documentarie con la vita (cenni biografici con documenti, oggetti, fotografie, disegni, quadri e manoscritti) presso la Sala Ligari e con una postazione informatica con collegamento internet.
Il lavoro è stato curato dal figlio Aurelio. La mostra resterà aperta fino al 16 ottobre quella allestita al Palazzo del Governo e fino al 31 ottobre quella al Credito Valtellinese.
Gli orari di visita: 10-12,30 e 15-19. Chiuso il lunedi.

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