Presentazione
di Giorgio Scaramellini
Il mio primo contatto con "il Professor Benetti" fu all'Istituto Magistrale di Sondrio. Noi studenti lo incontrammo già dal primo giorno, e poi gli incontri si susseguirono, giorno dopo giorno, all'ora di "Disegno e Storia dell'Arte", per tutto il corso di studi.
Già al mio primo ingresso nella Scuola, però, il Professore era tra quelli ai quali avevo più volte sentito fare riferimento, da quando mi era maturata la decisione di "fare le Magistrali".
Del resto, Benetti insegnava in quell'Istituto già da quindici anni, e, mi dicevano gli studenti che lo conoscevano, insegnava una materia che generalmente piaceva ed era gradita. Con gli studenti, mi dicevano, era molto cordiale, anche se usava serietà e rigore. Quando si disegnava, seguiva con saggezza e molta arguzia il lavoro degli studenti, prodigo di suggerimenti cordiali; quando spiegava, si faceva ascoltare e seguire volentieri.
Tutte queste doti le vissi concretamente nei quattro anni di permanenza alle Magistrali, tanto che lasciai l'Istituto per entrare nella vita attiva con un magnifico ricordo di quegli anni.
E nel ricordo, il prof. Benetti aveva posizione e ruolo di primo piano.
Al ricordo si sovrapposero e si aggiunsero subito altre e consistenti azioni ed esperienze vive e dirette, che provenivano sia dai miei primi impegni nella vita pubblica e politica locale, sia successivamente dalla presenza nel vivo della società e della comunità di Valtellina e Valchiavenna. Infatti, in quelle esperienze l'incontro con Livio Benetti era frequente, ricorrente, sempre impostato sulla concretezza e sulla attività, oltre che sulla grande cordialità, sulla franchezza e sulla chiarezza.
Ogni esperienza e ogni contatto avevano la connotazione dell'originale incontro alla scuola. In Lui mi appariva sempre la figura dell'insegnante e dell'educatore, del formatore di coscienze, desideroso e capace di comunicare, di trasmettere e di costruire proposte e progetti di forte valenza culturale e sociale, e di essere sempre disponibile e pronto a collaborare alla loro realizzazione e attuazione concrete.
Ritrovo questa personalità e i valori che esprimeva quando vado con il pensiero a tanti momenti e aspetti e componenti della sua attività, di non pochi dei quali ho vivo il ricordo.
Vado per esempio con la mente a quando, a fine anni '50, di fronte ad un uditorio ufficiale e in grado di prendere decisioni ma al momento non molto pronto a ricevere il messaggio, proponeva con calore e insistenza l'assenso per l'apertura a Sondrio di un Liceo Scientifico. Vado col pensiero a quando manifestava la sua pronta e generosa disponibilità a scrivere articoli e saggi su argomenti che pure richiedevano non semplici impegni di fatica e di tempo. O a quando si impegnava ad arricchire il patrimonio della Comunità Locale con segni forti della sua arte e della sua genialità creativa. Oppure ancora a quando, e lo ricordo come esperienza veramente diretta, accettò di presiedere l'Ente Provinciale per il Turismo, in un momento in cui a quell'organismo necessitava un non facile e non leggero irrobustimento e rilancio.
Anche recentemente, spulciando un archivio, ho ritrovato la generosità e la voglia di essere presente nella Comunità con piena generosità e con capacità di donare, quando, nel 1952, ha voluto donare al Rotary di Sondrio il primo labaretto del Club, che raffigurava la ruota rotariana sullo sfondo bianco dei nevai alpini, con camosci inerpicati sulle rocce e il contorno verde dei pascoli e dei boschi.
Ancora oggi, nella memoria e del ricordo, in tanti scritti, in tanti quadri e schizzi, monumenti e prodotti artistici in genere, incontro e ritrovo, si incontrano e si possono ritrovare i segni e i messaggi di quel Livio Benetti ricchissimo di umanità e robusto nei valori della vita, capace di esprimerli e di trasmetterli a beneficio di chi li vuole cogliere e della Comunità intera. Segni e messaggi che si ritrovano ricorrenti anche in questa pubblicazione, che, oltre a proporre e a rinnovare il ricordo dell'Uomo, rinvigorisce e avvalora ulteriormente i doni che la sua vita e la sua presenza hanno lasciato nella nostra Comunità.




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