Il Dosso dei cristalli e la miniera della Bagnada in Val Malenco



(da Annuario del Club Alpino Italiano - 2003)

Recentemente si è tornato a parlare del Dosso dei Cristalli in Val Malenco, località molto nota ai mineralogisti di tutto il mondo per i bellissimi campioni di cristallo di quarzo o di rocca, qui cavati nel corso dei secoli.
E'in corso di realizzazione infatti un progetto, promosso dal Comune di Lanzada, che prevede, la prossima apertura di un vero e proprio ecomuseo o museo etnografico all'aperto con itinerario in galleria che prevede appunto il riutilizzo delle miniere di talco della "Bagnada" il cui imbocco è situato proprio a fianco della famosa località mineralogica.
Anche in Italia ormai, sulle orme di paesi come l'Austria, la Francia, il Belgio e gli Stati Uniti, si sono aperte alle visite di turisti e appassionati, molte miniere ormai inutilizzate sia in Sardegna e Sicilia, come in Piemonte, Toscana, Trentino o sulle Orobie bergamasche.
La Val Malenco, valle famosa per le sue ricchezze minerarie, ancora attualmente sfruttate, basti ricordare il talco e il serpentino, pietra con cui sono stati rivestiti importanti edifici sparsi in tutto il globo, vuole così dimostrare di non essere da meno e di voler dare il giusto peso a questo patrimonio culturale che è poi la sua storia, con un'iniziativa che senza dubbio è da apprezzare e valorizzare.
Questa iniziativa di recupero infatti può rappresentare per la valle un importante primo passo che avvii verso un progetto più vasto che potrebbe in futuro portare alla valorizzazione di tutta la vasta rete di siti minerari della valle, fornendo così l'occasione non solo per una rivisitazione di tutta l'archeologia industriale di questo settore, ma anche per creare quelle infrastrutture che potranno essere un'importante alternativa alle tradizionali strade percorse dal turismo malenco, come gli itinerari alpinistici con i loro rifugi e lo sci.
Non sono certo da trascurare poi, anche dal punto di vista strettamente economico, i benefici che questa scelta potrà portare non solo per quanto concerne gli introiti legati alle visite, ma anche per quanto riguarda le possibilità di nuovi posti di lavoro (guide turistiche, custodi, esperti museali ecc.) che essa comporta.
Per citare solo alcune delle località più caratteristiche e importanti dal punto di vista geo-minerario e storico, basti citare le cave di pietra ollare dell'Alpe Pirlo, dove Silvio Gaggi già da anni guida scolaresche e turisti a visitare le "sue" gallerie, la Val Brutta, dove fino a pochi anni fa era ancora attivo un antico tornio ad acqua, il Ciudè, dove è da valorizzare quell'"unicum" rappresentato dall'intrico di gallerie da cui per secoli si sono cavate le tradizionali piode ed infine la val di Scerscen, dove sono presenti non solo storiche cave di amianto ma dove, nelle coperture calcaree della falda Margna, sono state scoperte interessantissime grotte dal rilevante sviluppo sotterraneo.
Certamente, il Dosso dei cristalli non ha nulla da invidiare a queste località ed ha sempre costituito per il collezionista di minerali un richiamo irresistibile essendo, senza dubbio, una delle località più affascinanti della val Malenco, non solo, per i bellissimi campioni che, con un po' di fortuna, si possono scoprire negli anfratti della roccia, ma anche per la storia della località, la sua posizione caratteristica e impervia, lungo le pendici meridionali del Monte Motta,, l'ambiente selvaggio e aspro e infine, il bellissimo panorama che si può godere sulla valle sottostante e sulla zona del M. Acquanegra, dell'Alpe Brusada. e delle altrettanto famose cave dello Sferlun, paradiso del demantoide.
Giunti, dopo ripida ascesa, nella valletta situata appena prima delle ultime gallerie che conducono a Franscia, ci si trova in un ambiente del tutto particolare, tra massi di candida quarzite e a grotte scavate dai cercatori in anni di lavoro, dove si possono notare le cavità lasciate dall'estrazione delle druse o delle geodi di cristalli.
Ci troviamo nel paradiso del quarzo, in una località citata su tutti i principali testi di mineralogia nazionali ed esteri, proprio per la bellezza e la grande varietà di forme che i cristalli di questo minerale qui presentano, oggetto di vari studi specifici.
Il Dosso dei Cristalli, noto fin dalla fine dell'800 (di questo periodo sono le citazioni di Jervis e Curioni), venne sfruttato durante la seconda querra mondiale dai tedeschi che qui estraevano cristalli e lamine di quarzo con proprietà piezoelettriche, ad uso militare, e durante questo periodo vennero probabilmente estratti i cristalli più vistosi di questa località.
Successivamente, in vari periodi, i minatori delle cave di talco della zona effettuarono ritrovamenti di geodi anche eccezionali, che talvolta purtroppo vennero fatte distruggere intenzionalmente dai titolari delle cave per evitare ricerche che disturbavano il lavoro primario.
L'abito caratteristico dei cristalli di quarzo di questa zona è quello cosiddetto "del Delfinato", mentre assai rari sono invece i cosiddetti "geminati del Giappone o del Brasile".
La paragenesi tipica è quella con magnesite (var.breunnerite), in cristalli tabulari esagonali color giallo-bruno, senza dubbio tra i più belli estratti in val Malenco, aragonite in ciuffi di cristalli aghiformi di colore bianco, illite cromifera, sotto forma di una pasta squamosa di un bel colore verde rame che riempie talvolta le piccole geodi della roccia matrice e caolinite in incrostazioni biancastre.
I filoni quarzosi della val Malenco, sono in genere situati lungo faglie tardo-alpine nelle quali si sono incanalati fluidi idrotermali ricchi di silice, che per deposito hanno dato origine alle famose cristallizzazioni del Dosso(talvolta le dimensioni delle cosiddette camere o stanze, le cui pareti sono cosparse di cristalli, raggiungono anche l'altezza o la lunghezza di alcune decine di metri). Quello del Dosso è situato in una delle faglie createsi tra serpentiniti con oficarbonati e dolomie bianche triassiche della zona Lanzada Scermendone facente parte della falda Suretta.
Nei filoni di talcoscisto e talco compatto della miniera della Bagnada, sopra citata, situata sul lato destro orografico della valletta del Dosso dei Cristalli, le cui gallerie, attraversano nel loro sviluppo l'area più ricca di quarzo della zona, sono stati segnalati infine notevoli campioni di pirite con cristalli cubici molto nitidi di dimensione anche di alcuni centimetri; nella stessa giacitura sono presenti cristalli molto più piccoli dello stesso minerale con forme composite assai interessanti. Associata al talco è poi quasi sempre presente la tremolite in aggregati fibrosi biancastri.
Se si opererà con accortezza e sensibilità, cercando di salvaguardare al massimo l'ambiente circostante, anche la ricchezza mineralogica della zona in cui è presente la miniera della Bagnada, oggetto dell'iniziativa cui abbiamo accennato sopra, potrà senza dubbio essere opportunamente valorizzata.
Ci auguriamo che l'attenzione alle ricchezze del proprio territorio, che siamo certi , verrà dimostrata in questo caso, diventi una consuetudine e che non si ripetino più casi di svendita a privati di angoli paesaggistici meravigliosi, conservati e preservati con amore nei secoli passati e ora distrutti irrimediabilmente, solo per favorire lo sfruttamento idroelettrico e la costruzione delle cosiddette centraline per i piccoli salti.
Dovrebbero essere infatti le Amministrazioni locali a dimostrare la maggiore sensibilità possibile in questo campo manifestando fermezza e opponendosi con ogni mezzo all'assalto indiscriminato al bene più prezioso che possiede una valle che ama definirsi turistica.



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