Le pietre dure, loro estrazione e lavorazione:
Filoni, giacimenti e piccole concentrazioni di minerale lavorabile come pietra dura e zone di ritrovamento di cristalli soggetti a lavorazione con taglio a gemma in provincia di Sondrio




(da Lavorare la pietra - Tradizione ed innovazione nella lavorazione delle pietre di Valtellina e Valchiavenna : Guida alla mostra della primavera 2001 tenutasi presso Palazzo Martinengo a Sondrio)

In provincia di Sondrio non esiste una vera e propria tradizione riguardante l'attività di estrazione e lavorazione delle pietre dure, anche se in verità, nell'ambito della ricerca mineralogica, che altresì può rivendicare una vera e propria storia ormai quasi secolare, è sempre esistita, in quanto intrinseca all'oggetto della ricerca stessa, la passione per la gemmologia e le pietre ornamentali. Nomi come P.Sigismund, I.Magistretti, C.M.Gramaccioli, F. Ciardo, E. Annibaldi , F.Grazioli e altri ancora sono ben conosciuti agli addetti ai lavori e a chi di mineralogia e gemmologia si è occupato anche solo marginalmente; tra questi poi soprattutto F.Ciardo e E. Annibaldi sono da considerare veri e propri collezionisti di pietre tagliate e si sono specializzati nel settore del taglio a gemma della pietra semipreziosa più famosa della Val Malenco, il granato verde o demantoide. Più recentemente si è avuto uno sviluppo ancora più accentuato di questa attività, grazie all'allargamento della massa di appassionati alla ricerca mineralogica, favorito questo anche dal sorgere di apposite associazioni ed Istituti dediti, non solo a diffondere e organizzare la ricerca in questo settore, ma anche a creare delle basi scientifiche alla stessa, favorendo conferenze ed esposizioni, pubblicando testi specifici, e contribuendo, infine, alla creazione, grazie anche all'appoggio degli enti pubblici locali, di musei e archivi specialistici.

Localizzazione dei giacimenti di minerali lavorabili come pietre dure

Rodonite
Giacimenti di minerale a manganese, assai pregiato per i ricercatori e adatto, grazie anche alla colorazione vivace, alla lavorazione come pietra dura, si trovano in varie località della Valmalenco e sono correlate sia al deposito di sedimenti del periodo mesozoico, caratterizzante la copertura della Falda Margna, sia alle quarziti e ai quarzoscisti della zona del M.Forno, derivanti dalla metamorfosi di radiolariti depositatesi sul fondo oceanico che separava le due masse continentali, entrate poi in collisione durante quell'importante quanto gigantesco fenomeno tettonico che è stato l'orogenesi alpina. Il minerale più adatto allo scopo, facente parte di queste formazioni, è la rodonite, (Ca,Fe,Mn)Mn4 [Si5O15], caratterizzato da una bella e talvolta intensa colorazione rosea, associato spesso a spessartina giallognola, reperibile principalmente in Valmalenco nella zona della Val di Scerscen, a nord-ovest di Franscia, nell'area del M.Forno - Passo del Muretto e nell'alta Val Sissone (quantità molto limitate), aree poste rispettivamente a nord e a ovest di Chiareggio.

Clinothulite
Sempre nell'ambito di minerali contenenti anche piccole quantità di manganese, la clinothulite, varietà di clinozoisite Ca2Al3[OH/O/SiO4/Si2O7] caratterizzata da una colorazione rosa più tenue di quella della rodonite, è presente in due filoni o giacimenti, quello del Pizzo Tremogge, localizzato a quota 2900 m circa, nei marmi e calcefiri della formazione del M.Senevedo, intercalati agli gneiss della Falda Margna e quello di Prà Isio sopra Berbenno, facente parte degli gneiss del M.Canale attribuiti al Cristallino del M.Bernina facente parte dell'Austroalpino inferiore. Queste epidositi, si prestano in modo particolare alla lavorazione, data la durezza e compattezza che le caratterizzano, sommate ad una colorazione particolarmente adatta alla creazione di oggetti ornamentali.

Tremolite
Particolarmente adatta allo scopo è la tremolite, Ca2(Mg,Fe)5[(OH)2/Si8O22], nella varietà tradizionalmente definita "nefrite", presente all'Alpe Mastabia, nei marmi dolomitici mesozoici della cosiddetta "zona Lanzada Scermendone" a contatto con rocce ultrabasiche come le serpentiniti; a Mastabia, tra le quote 2100 m e 2300 m, esistono resti evidenti di cave da cui veniva estratto, a livello industriale fino a pochi decenni fa, il talco, minerale molto diffuso in Valmalenco, che si forma per un fenomeno di talcizzazione della stessa tremolite ed è estratto in maniera massiccia ancora oggi nella zona di Franscia e del Monte Motta. Talvolta anche il talcoscisto, nelle sue forme più dure e quando assume una bella colorazione verde pisello può essere lavorato per creare oggetti ornamentali. La tremolite di questa zona, quando si presenta in masse compatte di colore verde, a grana molto fine, è lavorabile come pietra dura ed assomiglia vagamente alla giadeite.

Altri minerali adatti alla stessa lavorazione ma reperibili in quantità più ridotta

Lizardite
Nei marmi antichi a silicati di calcio e nei calcefiri della Falda Margna della zona del Pizzo Tremogge è reperibile, in quantità limitate, un altro minerale facilmente lavorabile e da cui si possono trarre pietre dure a forma di cabochon, la lizardite, Mg6[(OH)8/Si4O10], dalla colorazione verde e lucentezza grassa che era denominato un tempo "serpentino nobile". Masse più rilevanti di un materiale composto da lizardite e forsterite di colore giallognolo sono presenti nella stessa zona e sono lavorabili per produrre oggetti ornamentali.

Muscovite
Un materiale classificato in passato da Sigismund come oncosina e che dalle ultime analisi è risultato essere muscovite (fengite), KAl2[(OH,F)2/AlSi3O10], è presente sempre nei marmi e calcefiri della Falda Margna della zona del Pizzo Tremogge, in val Sora e anche in Val Poschiavina e si presta, data la compattezza e la bella colorazione verde bottiglia più o meno intensa, a lavorazione come pietra dura.

Diopside
Nei calcefiri della Val Sissone sono stati segnalati anni fa da F.Grazioli alcuni massi in cui era presente una vena di diopside, CaMg(Si2O6), contenente tracce di vanadio, di colore azzurro turchese, dalla cui lavorazione sono stati tratti vari oggetti ornamentali di sicuro effetto. Purtroppo il poco minerale presente in zona è stato completamente asportato. Diopside di colore verde pisello chiaro, anch'esso lavorabile, è associato alla grossularia cromifera di Fellaria.

Lazulite
La lazulite MgAl2[(OH)2/(PO4)2], caratterizzata da una bella colorazione blu lapislazzulo, è presente in provincia in due località, nella zona del Pizzo Scalino - Canciano entro quarziti bianche di età permo-scitica facenti parte della copertura metasedimentaria della Falda Margna e nella zona di Madesimo nella Valle di San Giacomo (Val Scalcoggia e Alpe Groppera). Si presenta in quantità assai limitate ed in noduli blu di piccole dimensioni che si prestano a lavorazione nella forma di piccoli "cabochon". Sembra che questo minerale si sia formato per trasformazione, dovuta al metamorfismo, di frammenti ossei presenti nelle originarie arenarie e conglomerati quarzosi.

Grossularia cromifera
Nella zona del ghiacciaio orientale di Fellaria, tra le filloniti della Falda Sella, a sud, e gli gneiss della Falda Bernina, a nord, affiorano delle scaglie di serpentiniti a rodingite in cui recentemente è stata segnalata la presenza di una varietà di grossularia cromifera, (Ca2.86 Fe0.12)(Al1.62Cr0.37Ti 0.02)(Si2.98Ti0.02)O12 , in paragenesi con diopside che, grazie anche al bel colore verde, si presta alla lavorazione come pietra dura.

Titanclinohumite
Nelle serpentiniti, rocce basiche di colore verde o verde-grigiastro, tipiche della Val Malenco e derivanti da rocce peridotitiche metamorfosate, è assai diffusa una clinohumite, (MgFe)9[(OH,F)2/(SiO4)4], titanifera di color rosso fegato, dalle tonalità più o meno intense che si presenta in noduli talvolta decimetrici e che, in taluni casi, si presta alla lavorazione come pietra dura per la creazione di "cabochon" o oggetti ornamentali.

Minerali che si presentano in cristalli lavorabili con taglio a gemma

I minerali che più si prestano al taglio a gemma, sono quelli che, innanzitutto hanno durezza almeno sopra il livello 5 della scala di Mohs e si presentano non in masse amorfe e compatte ma in cristallizzazioni trasparenti. Le quantità estraibili sono sempre assai limitate e le pietre adatte al taglio assai rare.
Elenchiamo qui le varietà di minerali presenti nella mostra con cristalli tagliati a gemma, indicando il colore e la località di ritrovamento delle pietre tagliate:

ANDALUSITE - viola - Val Bregaglia italiana;
ANDRADITE var.DEMANTOIDE - verde-Cava dello Sferlun in Val Malenco;
BERILLO ACQUAMARINA - azzurro -Val Codera e Valle di S.Giacomo;
CORDIERITE - grigio azzurro - Val Bregaglia italiana;
CORINDONE - blu e rosso - Pizzo Grillo in Val Bregaglia italiana;
DIOPSIDE - viola - Cava del Castellaccio a Chiesa in Val Malenco;
FORSTERITE - verde - Cava del Sasso dei Corvi a Chiesa in Val Malenco;
GROSSULARIA - rosso arancio - Pizzo Tremogge in Val Malenco ;
IDROSSIAPATITE - giallo- Val Bregaglia italiana;
QUARZO - incolore - Dosso dei Cristalli in Val Malenco e Valle Spluga
SPINELLO - azzurro violaceo - Cima di Vazzeda in Val Malenco;
TITANITE - giallo bruno - Ghiacciaio del Cassandra in Val Malenco;
VESUVIANITE - bruno caffè - Pizzo Tremogge in Val Malenco;

L'estrazione

Tracce di sfruttamento e di estrazione del minerale anche se assai limitate sono presenti nel caso della rodonite del M.Forno e risalgono probabilmente al secolo scorso. Sono presenti poi un po' in tutta la valle e quasi sempre ad una quota che poco si discosta dai 2000 m, tracce di forni fusori e del relativo materiale di scarto in cui sembra venisse in taluni casi usato anche minerale di manganese per migliorare la qualità del ferro prodotto. Attualmente l'estrazione è limitata a quantità minime ed è praticata esclusivamente dai collezionisti di minerali che si limitano a prelevare qualche campione per le loro collezioni, nei limiti fissati dalla normativa regionale (Legge n.183 del 18.3.1983 - Disciplina della ricerca e raccolta di minerali da collezione).

Tale legge, stabilisce all'art.4 comma 1 : La ricerca e la raccolta dei minerali non possono essere oggetto di rapporti concessionali o convenzionali con diritto di esclusiva; all'art.5 : I quantitativi massimi asportabili individualmente nel corso di una giornata sono i seguenti:
- non più di due esemplari pro capite di campioni dello stesso minerale;
- non più di dieci esemplari pro-capite di campioni di minerali in complesso.

Vengono poi fissate alcune deroghe per i dipartimenti o gli istituti universitari di specifica competenza nonché i musei naturalistici di enti locali che, per la estrazione di minerali di particolare rilevanza scientifica o per documentate esigenze di ricerca, possono procedere a raccolta di campioni di minerali, utilizzando attrezzature diverse da quelle fissate all'articolo 3 (attrezzature di tipo manuale - è vietato l'uso di esplosivi in ogni caso) e per quantitativi maggiori, purchè vi sia autorizzazione del Presidente della Giunta Regionale o assessore competente se delegato. L'avvio di un'attività di estrazione di tipo cava o miniera, nel caso specifico delle pietre dure, sia per i costi assai rilevanti che si dovrebbero sostenere, vista anche l'alta quota dei giacimenti, tutti situati a quote sopra i 2000 m, sia per le limitate quantità di materiale estraibile, sembra attualmente assai improbabile, anche se non manca in zona la tradizione di cave d'alta quota.

La lavorazione

La lavorazione delle pietre dure è prerogativa, in provincia, di pochissimi artigiani che si dedicano come attività prevalente al taglio di materiale proveniente dall'estero, non disdegnando però, quando viene richiesto da appassionati o ricercatori di minerali della zona, di dedicarsi anche alla lavorazione di piccole quantità di pietre dure locali. Purtroppo, la scarsità di materiale disponibile non permette un'adeguata diffusione commerciale, anche se, nel caso del demantoide, la pietra valtellinese da taglio più famosa, si sono raggiunte, quando è alta la caratura e ottima la trasparenza, quotazioni molto elevate. Bisogna innanzitutto distinguere tra lavorazione di pietre dure per la creazione di oggetti ornamentali come i "cabochon" a superficie curva lucidata, o da arredamento (sfere, pomelli ecc.), lavorazione che viene svolta servendosi di appositi torni con mole diamantate, attività che viene svolta da due o tre artigiani residenti in bassa valle, e di taglio a gemma, attività che richiede macchine attrezzate per ottenere la corretta angolazione e divisione delle faccette sulla superficie della gemma stessa e viene svolta in provincia da un solo artigiano di Bianzone. La lucidatura viene poi realizzata sulle pietre lavorate utilizzando apposite mole attrezzate con feltro intriso di polvere di diamante, mentre per quelle sfaccettate si utilizzano dischi di rame e diamante finissimo.



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