La Valle di Chiareggio
Il Pizzo Tremogge: paradiso naturalistico




(da La Provincia - 9 agosto 1997)

Così P.Rombi presenta in un suo scritto suggestivo la valle Malenco: "La Valle Malenco si apre immediatamente alle spalle di Sondrio ed il suo ingresso è vigilato, come quelle cattedrali che hanno davanti al pronao due leoni accovacciati, dalle rupi di Triangia e di Masegra. E' questa valle, profonda, cupa, petrosa, nel primo tratto, stringendosi i monti l'un sopra l'altro, addossati quasi accorrenti, sul canalone della valle, e nella penombra e nell'ombra che occupa questo gran taglio, si scorgono laggiù, a nord, le torrette delle Tremogge vestite di neve, che splendono come lumi, cime emergenti in un mondo tutto in luce."
Questa descrizione ben rappresenta la sensazione di chi per la prima volta in valle, vede lassù sopra il paesino di Primolo alzarsi improvvise, nel blu del cielo, quelle meravigliose bianche guglie, vestite, possiamo ripetere con Rombi, perennemente di neve grazie al calcare bianco di cui sono costituite.
La zona mineralogica del Pizzo Tremogge è stata scoperta , come ricorda P.Sigismund in una memoria apparsa nel 1947 sul Bollettino italiano di Scienze naturali, nel lontano 1914 e i primi ritrovamenti significativi segnalati riguardano minerali come epidoto, grossularia, vesuvianite e diopside.
In seguito la località viene citata da C.M.Gramaccioli nel 1962 e da R.Crespi con altri che pubblicano uno studio sulla cancrinite-vishnevite e sugli originali granati triacisottaedrici di questa località .
Soltanto nel 1984 esce un lavoro monografico curato dal sottoscritto che intende mettere in luce in tutta la sua importanza questo piccolo paradiso naturale, che costituisce anche una lieta sorpresa dal punto di vista geologico e mineralogico; vi vengono elencati circa 50 specie delle circa 270 presenti in val Malenco, tra cui la geikielite, l'anatasio e la brookite , minerali fino ad allora mai segnalati in zona.
Nel 1986 la rivista "La Gemmologia" n.1/2, riporta poi un articolo di Bianchi,Crespi e Liborio sugli epidoti rosa di Valtellina(zone di Prà Isio e Tremogge).
Nel 1992 sul bollettino n.2 dell'Istituto Valtellinese di Mineralogia di Sondrio è inserito un articolo di aggiornamento sempre da me firmato che in pratica completa con i nuovi ritrovamenti le specie presenti in quest'area, apportando anche le dovute correzioni agli inevitabili errori presenti nell'edizione dell'84(quando accedere alle analisi era assai più difficile di oggi).
I testi più recenti: Guida mineralogica della Val Malenco del sottoscritto e quello sui minerali della provincia di Bedognè Montrasio e Sciesa chiude infine il quadro della bibliografia della località.
Si può quindi oggi affermare che finalmente, anche il Tremogge ha avuto il dovuto riconoscimento dagli appassionati e studiosi di mineralogia che spesso vi si recano anche solo per prelevare qualche bel campione di clinothulite rosa, forse il minerale più famoso della zona assieme ai sopra già citati, diopside verde acqua, dai cristalli trasparenti e nitidi, vesuviana verde, gialla e bruna ed infine grossularia color rosso-arancio.
Comodo punto di partenza per le escursioni è il rifugio Longoni (ore 2,30 da Chiareggio), situato sopra un gradino panoramico a 2450 m., gestito da Elia Negrini, appassionato oltre che di alpinismo anche di minerali, il che senz'altro non nuoce e anzi può servire per ottenere utili indicazioni.
Da sottolineare è poi la bellezza del paesaggio che lascia veramente senza fiato quando, superata la cosiddetta Cengia del cavallo, topografia ereditata a quanto sembra dall'antico uso(XV sec.) di questa erta via come carrareccia per il passaggio di muli e cavalli carichi di merci destinate ai mercati svizzeri, si raggiunge lassù il passo Tremogge(3014 m.) ed improvvisamente si apre davanti agli occhi la val di Fex.
Sulla cimetta posta ad occidente del passo è presente un piccolo e significativo monumento in bronzo di autore ignoto.
Lungo il percorso, l'appassionato della flora alpina potrà ammirare la profumata Achillea clavenae, il Leontopodium alpinum o Stella alpina, varie specie di anemoni, la Saxifraga oppositifolia dal bel color rosso vinato e moltre altre specie interessanti.

Tempi di percorrenza:
Dal rifugio Longoni circa 1 ora e 30 per raggiungere la zona mineralogicamente interessante, 2 ore - 2 ore e 30 per raggiungere il passo.



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