La zona di Sondalo: Tra i quarzi di Piattagrande



(da La Provincia - 23 agosto 1997)

Gia' nel 1885 Don Nicolò Zaccaria ricordava su Il Naturalista Valtellinese le grandi attrattive che questa zona presenta per chiunque sia appassionato di geologia e mineralogia.
Con una prosa fiorita e suggestiva introduceva il turista o l'appassionato di fine secolo, a dire il vero in modo assai lugubre, nel paesaggio della Piattagrande che in realtà è molto più lindo e meno pauroso descrivendo poi i vari minerali della zona:
"Giunti ai piedi di essa, misericordia! Bisogna esclamare, che muro altissimo e regolarissimo ha qui lavorato la Natura! Poi vien meno la favella per alcuni istanti, e treman le ginocchia…Ma è troppo orrida e ti mette i brividi ai nervi e per le vene…E' l'abitazione prediletta e costante dei pipistrelli, dei gufi e delle cornacchie che gracidano lugubremente fra quelle ristrette pareti….Il suolo è ricoperto dagli escrementi di tutti questi volatili; l'aria stessa che vi respiri è ributtante. Se non provi ribrezzo potrai raccogliere cristalli di rocca, cristalli lenticolari di sfeno, e piriti marziali in abbondanza, distaccate dalle pareti durissime, in parte dalla degradazione meteorica, ed in parte dal rostro dei grossi volatili che, allucinati dallo splendore metallico, ne diventano avidi come la gazza ladra, e come certi uomini….
Si raccolgono quarzi d'ogni grossezza, dai microscopici e capillari, vera rarità del genere a quelli grossi come pugni. Essi sono d'ogni colore e d'ogni forma di cristallizzazione. Ve ne hanno di jalini, di lattei, di citrini da simulare il topazio, di socracei, d'ematoidi, d'iridescenti, di affumicati e di violetti, vere ametistoidi……tale pure la siderite od azzurra e la rosea con tutte le più leggiadre gradazioni….Fra i minerali di calcio qui esistenti è degna di menzione in primo luogo l'aragonite che sotto forma di or di grosse or di esilissime incrostazioni copre le pareti delle fessure della roccia e si mostra perfetta coi suoi prismi aghiformi…….Non meno belle dell'aragonite descritta sono le abbondanti calciti(calcare cristallizzato) che qui pure rinvengonsi sotto forma di limpido spato romboedrico, e tutte le varie forme di stalattiti che pendono innumerevoli nei vani della verticale parete. Il ferro è palesato tanto nei propri ossidi che quanto dal solfuro. Quest'ultimo poi, ossia la pirite, appare ora cristallizzato in cubi, ora disposto a concrezioni friabilissime, ora disseminato sia nel quarzo che nel calcare. Né mancano tracce di piombo, fatto presente da piccoli esemplari di galena, e di rame, notato dalla calcopirite e da leccature di malachite. La mica, come d'ovunque, qui pure fa capolino ed abbonda; rare invece, ma campioncini preziosi, sono certe zeoliti che si mostrano nel cavo di alcune pietre; feldspati, anfiboli, e piccoli aghetti di tormalina pure non mancano."
Caratteristici della Piattagrande e particolarmente apprezzati dai collezionisti sono i cosiddetti "quarzi a scettro", piccoli quarzi che presentano appunto questa particolare forma di cristallizzazione composita, l'aragonite coralloide già citata nel testo di Don Zaccaria, ma soprattutto l'anatasio e la brookite che insieme al rutilo sono i tre minerali polimorfi del biossido di titanio.
Da citare per la zona è poi la miniera di arsenico di Stabiello( fino a pochi anni fa unica località della valle dove era segnalato questo minerale-in seguito l'arsenico nativo è stato ritrovato anche in val Febbraro)dove sono segnalati anche stibnite e kermesite, la cava di quarzo di Sondalo da dove provengono anche notevoli campioni di quarzo rosa ed infine la val Febbraro con, crisoberillo, apatite, berillo e tormalina, bellissimi minerali tipici delle pegmatiti del plutone di Sondalo. Recente segnalazione degli agguerriti mineralogisti dell'alta valle è quella che riguarda campioni di probabile oro nativo attualmente ancora allo studio.

Tempi di percorrenza:
Poche decine di minuti per raggiungere dalla statale la zona della Piattagrande, da un'ora e trenta a 2 ore invece per la miniera di Stabiello e da un'ora a due ore a seconda di quanto ci si voglia addentrare nella valle, per quanto riguarda la val Dombastone.



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