Nella valle di Chiareggio
Itinerario mineralogico nella valle del Ventina




(da La Provincia - 12 luglio 1997)

Chiareggio è vicinissimo alla Svizzera a cui è accomunato da fatti storici famosi; altri motivi però, che accomunano questo bel paesino della val Malenco ai vicini Grigioni; ne hanno fatto un centro d'attrazione per grandi e piccoli.; tra questi, i minerali, ma oltre a questi c'è la presenza, a pochi metri dalle case di una simpatica famiglia di marmotte che ha ormai familiarizzato con l'uomo e ama venire a cibarsi dalle mani di bambini increduli; come nelle vicine Engadina e val Bregaglia abbondano poi i cervi, soprattutto sul versante destro orografico del Mallero mentre in val Sissone e sotto il Vazzeda si possono incontrare branchi di camosci, come al Muretto si possono ammirare gli stambecchi, riapparsi in zona da pochi anni ma ora presenti costantemente al passo che conduce al Maloia.
Non dimentichiamo poi l'apertura recente del parco geologico della val Malenco a Chiareggio, struttura che permetterà quando sarà completato di dare una chiave di lettura geologica al visitatore curioso ed esigente ed il sentiero glaciologico del Ventina.
La valle di Chiareggio, si apre subito a nord di Chiesa, capoluogo della valle, con uno scenario che potrebbe benissimo fare da copertina a qualsiasi testo o filmato a lei dedicato: Le cave del Giovello, un intricato sistema di gallerie scavate per secoli con sudore e fatica della gente malenca per l'estrazione delle famose piode, usate tradizionalmente per la copertura dei tetti(esportato in tutto il mondo è poi il serpentino della val Malenco, usato come pietra di rivestimento).
L'escavazione ha creato un'enorme distesa di scaglie di serpentinoscisto (è improprio il termine ardesia), che sovrasta minacciosa le gole del torrente Mallero, già chiamate da qualcuno " le Termopili della val Malenco), in uno scenario tra il tenebroso e l'apocalittico.
La valle, che giunge poi al pian del Lupo (toponomastica che non ha niente a che fare con i lupi ma è una trasformazione del termine "loppa", materiale di scarto degli antichi forni fusori usati per il minerale di ferro della zona) si divide nelle valli di Sissone del Ventina e del Muretto, da cui nasce il torrente Mallero.
Nei millenni, ghiacci e acque burrascose, hanno scavato in uno straordinario habitat che è un vero e proprio puzzle di particolarissimi fenomeni geologici ; per questi motivi la valle è diventato un un centro di interesse per studiosi della struttura e della storia delle Alpi e uno scrigno ricolmo di preziosi per appassionati di mineralogia di tutto il mondo.
La valle del Ventina, raggiungibile da Chiareggio con un comodo sentiero, si trova quasi completamente nel regno del serpentino, ed è certamente la meno ricca di specie mineralogiche delle tre valli sopra menzionate, ma è molto interessante perché permette tra l'altro di visitare il sentiero glaciologico già citato, recentemente inaugurato ai piedi del ghiacciaio omonimo, che scende dai contrafforti del Monte Disgrazia e del Pizzo Cassandra.
Molto interessante è la zona del lago Pirola dove sono presenti affioramenti di prehnite e tracce di natrolite, con cristalli molto belli e nitidi mentre cristalli di clinozoisite giallastra si possono trovare nei massi che sono rotolati lungo il sentiero che da Chiareggio sale al rifugio Porro e da qui al lago ; bellissimi cristalli di olivina associata a clorite e magnetite con minerali di rame si rinvengono con una certa difficoltà salendo invece verso il passo Ventina e la punta Rosalba.
Una interessante segnalazione venne fatta da un certo Lovisato che nella zona segnalò la presenza di bellissimi cristalli di Perowskite, esposti al museo di Roma ma da nessuno poi più ritrovati.

Tempi di percorrenza:
variano dalle 2 ore per arrivare da Chiareggio alla zona del lago Pirola o al passo del Ventina, fino alle tre ore e oltre per salire verso il bocchel del Cane, la punta Rosalba e il pizzo Rachele.



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