Una classica dello sci alpinismo in Valtellina: La Cima della Rosetta e il Monte Rosetta



Se la cima di Sondrio e dei sondriesi è il Pizzo Meriggio, meta estiva e invernale delle escursioni del week end, quella di Morbegno è senza dubbio la Cima della Rosetta. E' forse l'itinerario sci-alpinistico più famoso e frequentato della bassa valle, non solo perché molto panoramico, dato che vi si gode uno dei più bei panorami sulla media Valtellina di tutte le Orobie, ma anche perché offre la possibilità in periodi di neve abbondante di coprire un consistente dislivello quasi sempre in sicurezza.
La cima della Rosetta, con i vicini Pizzo Olano e Pizzo dei Galli, domina Morbegno Cosio e Talamona offrendosi, per chi scende la valle da Sondrio verso Colico, in tutto il suo candido splendore, sulla sinistra all'imbocco della Valle del Bitto di Gerola, valle che deve imboccare, girando a destra al primo semaforo di Morbegno, anche chi proviene dalla superstrada di Lecco.
La nostra prima meta è il paese di Rasura (m. 762), che si incontra, dopo Sacco, salendo lungo la ss. 405 della Val Gerola, a 9 km. da Morbegno, con la bella chiesa parrocchiale di San Giacomo, il comune della Provincia di Sondrio con il minor numero di abitanti dopo quello, vicinissimo di Pedesina. A Rasura si abbandona la strada principale che prosegue per Gerola e verso le stazioni sciistiche più note, si imbocca la strada a destra subito all'uscita del paese salendo sul versante sinistro orografico al di sopra dell'abitato. La salita con gli sci può cominciare già qui, lungo la carrozzabile, solo nel caso di abbondanti nevicate, altrimenti è consigliabile, anche per ridurre il dislivello a quote abbordabili, procedere con l'auto fino in prossimità del maggengo del Larice (1319 m) o in località Ciani, dove c'è anche un vasto parcheggio e finisce la strada asfaltata o addirittura a Pesciadello, dove termina il percorso stradale e c'è anche un punto di ristoro assai noto nella zona, il Bar Bianco (1550 m circa). Bisogna anche dire che difficilmente, quando la strada è gelata, si riesce a salire senza catene, oltre una certa quota, per cui anche per evitare rischi inutili è meglio abbandonare l'auto dove comincia il fondo ghiacciato. Si sale nel silenzio ovattato tipico dei paesaggi invernali, in un ambiente incontaminato dove, soprattutto in primavera-estate, è possibile ammirare il raro picchio nero che in questi boschi ama anche nidificare. L'itinerario proposto, percorribile in un paio d'ore circa se si mettono gli sci, dove termina la strada carrozzabile, offre anche il vantaggio per chi desideri affrontare un percorso decisamente più impegnativo, non solo per i suoi circa duecento metri di dislivello in più ma anche per l'ultimo tratto da fare tutto in cresta, di scegliere ad un certo punto della salita, di entrare nella Val Mala e dirigersi verso il Monte Rosetta con i suoi 2360 m, raggiungibile anche partendo dal paese di Pedesina.
Da Rasura, passando per Piazza, si sale lungo la strada, attraverso bei boschi di abete rosso, riuscendo in vari punti a tagliare i tornanti, rendendo così meno monotona la salita che, raggiunti Larice e poi Pesciadello si fa più ripida e varia inerpicandosi lungo ampli e aperti pascoli.
Raggiunte le Baite del Prato (1715 m), sembra ormai di toccare la cima della Rosetta che sembra vicinissima; il percorso è però ancora lungo e dopo avere dato uno sguardo alla croce in legno e al bellissimo panorama che si apre sulla bassa e media Valtellina. proseguiamo verso sinistra, fino ad intercettare il sentiero Andrea Paniga (tratto occidentale dell'Alta Via delle Orobie), che giunge fin qui dall'alpe Olano e prosegue verso l'alpe Ciof. Per arrivare alla cima bisogna però faticare ancora un po', tenendosi sulla dorsale destra, prima di arrivare alla cresta nord e poi sulla cima (2142 m) e alla sua grande croce in ferro che domina la valle. E'consigliabile quando si arriva sulla cresta nord-est, non esporsi sul versante che dà sull'alpe di Olano, in diversi punti assai ripido e franoso. Chi lo desidera, prima di arrivare al cosiddetto baitone o stallone, appena sopra Prato in direzione sud, può, abbassandosi leggermente e seguendo le indicazioni per l'alpe Culino, girare attorno al dosso che scende dalla Cima della Rosetta e dirigersi lungo la valle successiva verso il monte omonimo, come detto leggermente più alto ma decisamente più impegnativo. Per chi invece prosegue per la nostra cima, a parte la cresta, un po' di prudenza va tenuta solo nell'ultimo tratto per arrivare alla croce, soprattutto quando il fondo è gelato, dato che qui, causa una breve ripida pendenza, si sono già verificati alcuni incidenti.
Anche dalla cima della Rosetta si può scegliere di procedere poi lungo la cresta (da fare solo con neve sicura) fino alla cima del monte Combana (2327 m), raggiungibile come il M.Rosetta (2360 m), anche con la traversata della val Mala o direttamente da Pedesina salendo sempre lungo la val Mala. Particolarmente buono, dai suoi 2142 metri, è il colpo d'occhio sul pizzo di Olano (m. 2267) e, alla sua destra, sul meno pronunciato pizzo dei Galli (m. 2217). Unico è poi il panorama su Morbegno, sulla Costiera dei Cech e sui monti del versante retico, con in primo piano le cime del gruppo del Masino, dalla cima di Castello, passando per la punta di Rasica, ai pizzi Torrone ed al Monte Sissone, fino ai 4000 m del Monte Disgrazia,mentre più a nord-est si intravede in secondo piano il gruppo Scalino-Painale e ancora più a est, la cima Piazzi.
La discesa riserva, soprattutto dopo una nevicata e quando la neve è farinosa, grosse soddisfazioni, in un ambiente caratterizzato, come già detto da un panorama unico del fondovalle valtellinese, e sul versante opposto, da quello della Valle del Bitto di Albaredo, con i bellissimi Monte Lago e Monte Pedena, altre mete interessanti di scialpinismo cui seguono verso sud altre cime minori fino al passo di San Marco. Si può scendere ovunque per gli ampi dossi prestando però sempre grande attenzione alle condizioni di innevamento ed al rischio di valanghe dato che la pratica dello sci-alpinismo insegna che anche l'itinerario più facile può riservare sempre qualche brutta sorpresa; si riprende poi la strada di salita tagliando i tornanti della carrozzabile, attraverso il bosco o scendendo più comodamente e senza problema alcuno lungo la strada che è quasi sempre innevata e spesso trasformata dal freddo e dal grande transito in una vera e propria pista di bob. E' consigliabile, per chi lo desidera e per chi avanza un po' di tempo dopo la salita, visitare non solo le chiese di Rasura, ma anche il paese di Sacco che si trova sulla strada del ritorno, paese dai cento affreschi, famoso soprattutto per quello dell' "homo selvadego", per le numerose santelle e i dipinti popolari che decorano le facciate delle case del paese.

Franco Benetti



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