Alla ricerca di minerali in Val dei Giumellini e area Cassandra-Corna Rossa



La zona del versante destro orografico della parte centrale della Valle del Mallero, sopra chiesa Valmalenco e Primolo, a partire dal Monte Braccia, passando per l’Alpe Pirlo e fino al rifugio Desio è sempre stata segnalata, fin dai primi anni del secolo scorso, come area sfruttata per l’estrazione di minerali vari ed anche perchè interessante dal punto di vista strettamente collezionistico. Su questo annuario sono già comparsi articoli che trattavano specificatamente della zona dei laghi di Sassersa con riferimento ai tentativi di estrazione in alta quota di minerali che nella tradizione malenca sono poi stati ricordati spesso come fantastiche miniere d’oro, da cui deriva la leggenda che anche la Madonna della Chiesa di Primolo fosse stata dorata con l’oro di queste montagne. Questa volta vogliamo portare il lettore a scoprire la poco conosciuta, arida, pietrosa e selvaggia Valle dei Giumellini e quindi la zona che partendo dall’Alpe sale fino alla bocchetta omonima, per poi inoltrarci fino al lago di Cassandra e alla Corna Rossa con la vedretta di Cassandra. Ci si trova sempre nel regno del serpentino, la roccia madre della Val Malenco, su cui si appoggiano sia le sue cime più alte come da secoli il lavoro dei suoi abitanti. Il serpentino trae origine dalle peridotiti del mantello della litosfera terrestre, metamorfosate durante l’ orogenesi alpina e occupa, come si sa, buona parte della Val Malenco dalla zona di Campo Moro fino al Sasso Nero al Monte Braccia fino appunto alla Val Torreggio e al Pizzo Cassandra. Ci sono ormai storiche segnalazioni: Il Magistretti, già nell’ormai lontano 1912, rinveniva lungo il sentiero tra l’Alpe Pirlo e l’Alpe Giumellini, bei cristalli di ilmenite, tabulari, tozzi o romboedrici, talora ricoperti da un velo di ossidazione ma anche lucentissimi che presentavano ben 14 diverse forme di cristallizzazione tra cui addirittura 4 nuove per questo minerale; con l’ilmenite rinveniva anche apatite in cristalli prismatici, come accade spesso nella pietra ollare della zona del Pirlo e clinocloro. Sopra l’Alpe Giumellini, circa a quota 1900 metri sono situate le antiche miniere di pietra ollare e d’amianto e nelle serpentiniti presenti in zona, spesso attraversate da vene calcitiche, Gramaccioli citava nel 1962 la presenza di noduli di titanclinohumite spesso associati ad altri grigiastri di forsterite con clinocloro, pirite, magnetite, diopside e ilmenite con patine di alterazione verdastre attribuite già dal Sigismund, con riserva, alla melanterite. Antonio Costa ricordava tempo fa in un articolo apparso sul Magazine dell’Istituto Valtellinese di mineralogia di avere rinvenuto anche piccoli cristalli di demantoide, la cui presenza certo non stupisce data l’abbondante presenza di amianto in zona. Nella pietra ollare presente alla base del Monte dell’Amianto sono inoltre segnalati grumi di apatite e cristalli di ilmenite addirittura fino a 2 cm. mentre alla Bocchetta di Val dei Giumellini ed esattamente allo sperone meridionale del Pizzo Cassandra, circa a quota 2800 metri, affiorano rodingiti pirosseniche in cui Sigismund rinvenne cristalli verdastri di diopside associato a granato andradite bruno-rossastro, vesuvianite e clinocloro. Per accennare a segnalazioni più recenti ricordiamo che nell’estate del 2004, Flaminio Benetti rinveniva sempre in Valle dei Giumellini, entro delle vene di calcite e dolomia assai porosa e ricca di magnetite, dei cristalli molto belli e lucenti anche se di dimensioni modeste (i più grandi e meno trasparenti raggiungono però il centimetro) di apatite vetrosa, trasparente e incolore che sottoposti ad analisi da Athos Callegari, del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Pavia, sono risultati essere più precisamente cristalli di idrossiapatite come da misurazione dei lati della cella elementare che sono risultati essere: a=9.4183(4), c=6.8812(2). Il ritrovamento va ulteriormente sottolineato per la particolare bellezza dal punto di vista morfologico dei cristalli che presentano una ricchezza di facce certamente non comune. Sul versante destro orografico della Valle sono stati segnalati in anni recenti bei cristalli centimetrici di perowskite, segnalati già in passato da Sigismund (1948) e da Gramaccioli (1962) nella parte periferica di una rodingite ricca di granato, prehnite e vesuviana situata tra il Pizzo Cassandra e il Pizzo Giumellini. Passata la bocchetta di Val dei Giumellini si scende al verde Lago di Cassandra situato in alta Val Torreggio, intorno al quale, soprattutto spostandosi verso nord ovest è facile trovare entro massi di rocce rodingitiche, bei cristalli di granato variante dal rosso all’arancio al nero e dalle forme spesso assai complesse; comune è anche l’epidoto giallo-verde, il clinocloro, la vesuviana, l’ilmenite e la titanite. Le rocce levigate dal ghiacciaio che dividono le due lingue di ciò che rimane della vedretta del Cassandra, sono ricche di vene mineralizzate a diopside, magnetite e titanite in spettacolari cristalli tabulari color del miele, epidoto, clinozoisite, apatite, granato andradite di color giallo-rosso-arancio (di certo fra i più belli della Val Malenco), scoperte dal compianto Ivo Scilironi e poi esplorate insieme a Tomaso Foianini, anche lui purtroppo scomparso pochi anni fa. Nella vicina zona di Corna Rossa si rinvengono pressocchè gli stessi minerali e anche più oltre, nelle discariche che scendono dai Corni Bruciati sono presenti rodingiti a epidoto e titanite e bella tremolite stellata. La zona è assai vasta e per effettuare quindi una ricerca non affrettata è necessario o partire prima dell’alba o pernottare ai rifugi Desio o Bosio dato che il percorso richiede buone 4 o 5 ore di cammino, sia che si salga dall’Alpe Lago che dai Piasci. Quello che si può assicurare è che questo selvaggio itinerario che si svolge tra imponenti dirupi, rosse e aspre rocce, vedrette incontaminate, laghi che sembrano nontiscordardime o genziane in prati di serpentino, costituisce senza dubbio uno dei tratti più belli dell’alta via e per gli appassionati di minerali un’esperienza che difficilmente si potrà dimenticare.





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