Segnalazione di rinvenimento di Stevensite in Valle di Preda Rossa (laterale della Val Masino)



Nell’estate del 2005 durante una escursione che prevedeva l’attraversamento della cresta tra la Val Terzana e la valle di Preda Rossa con conseguente discesa sul versante sinistro idrografico di questa valle, Franco Benetti ha rinvenuto nelle discariche costituite quasi esclusivamente da massi di serpentino, alcuni campioni di un vistoso minerale rossastro. Incuriosito dal suo insolito aspetto ha inviato un frammento ad Athos Callegari del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pavia che lo ha analizzato con le consuete tecniche di laboratorio. Nonostante le difficoltà, che sempre si riscontrano quando non si tratta di fasi primarie ma di patine superficiali di alterazione, Athos Callegari ha potuto attribuire il minerale alla Stevensite, fillosilicato di tipo argilloso appartenente al gruppo della smectite di formula (Ca0,5,Na)0,3Mg3 Si4O10(OH)2 , sconosciuto in provincia di Sondrio. Il nome del minerale deriva da E.A. Stevens fondatore dello Stevens Institute of Technology di Hoboken, New Jersey, USA. La stevensite di Preda Rossa si presenta in squamette da rosso rame a rosso vino, con lucentezza tendenzialmente resinosa, disposte a tappeto sulle microfessure del serpentino. Il minerale scoperto nel New Jersey è stato segnalato, per quanto riguarda l’Italia , nei proietti metamorfici dell’Isola di Procida come pseudomorfosi su periclasio e nelle ofioliti della Val di Taro. Si forma per alterazione di rocce contenenti magnesio e solitamente presenta un colore più chiaro, tra il roseo e il gialliccio. Un vistoso campione di marmo a lizardite ricoperto da squame apparentemente identiche, ma non analizzate, è stato rinvenuto da Francesco Bedognè tra i detriti morenici del ghiacciaio della Miniera in Val Zebrù. E’ probabile che il minerale sia diffuso anche sulle serpentiniti della Val Malenco.





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