Colorate presenze dei nostri cieli



Mi è capitato talvolta di attraversare campagne o boschi dove trionfava uno strano e assordante silenzio. Viene naturale allora chiedersi che cosa manchi e che cosa sia venuto improvvisamente a mancare per creare quella sensazione e quell’ambiente tanto innaturali. La risposta è facile: manca il volo e il canto degli uccelli, quelle piccole e spesso variopinte presenze che ti sono compagne ovunque tu vada, dal mare alla montagna, che tu sia seduto al tavolino di un bar o che tu stia camminando in qualche vallata alpina. Ma gli uccelli non sono solo dei simpatici e poco ingombranti arredi del nostro ambiente naturale, della cui mancanza, se così fosse, poco ti accorgeresti; sono invece parte integrante della nostra vita di cui costituiscono forse una parte marginale ma indispensabile in quanto portatrice di movimento, gioia e colore, più della vegetazione e dei fiori che ci osservano nella loro staticità. Questo non esclude che a molti, presi dal proprio quotidiano e duro “tran-tran”, o che tanto amanti della fauna e dell’ambiente non sono, possa sfuggire la presenza anche nella nostra città e nella nostra valle di queste straordinarie creature che tanto allietano le nostre spesso grigie e monotone giornate.Voglio qui ricordare alcuni tra i più colorati di questi uccelli, facenti parte sia dell’ordine dei passeriformi, uno dei più ricchi del regno animale dato che comprende circa 5.300 specie, tra cui troviamo appunto il pettirosso (Erithacus rubecula), il ciuffolotto (Pyrrhula pyrrhula), il crociere (Loxia curvirostra), la cinciallegra (Parus major) e la cinciarella (Parus caeruleus), sia dell’ordine meno noto dei coraciformi che comprende il martin pescatore (Alcedo atthis), presente anche in Valtellina, il gruccione (Merops apiaster), diffuso in Italia soprattutto sulle isole e tra queste prevalentemente in Sardegna e l’upupa (Upupa epops epops), visibile assai raramente lungo l’Adda in Valtellina, oltre alle ghiandaie marine, non presenti evidentemente sul nostro territorio. Si tratta nel caso dei coraciformi di un gruppo vasto ed eterogeneo, costituito da quasi 200 specie suddivise in 6 famiglie: alcedinidi, todidi, meropidi, coracidi, upupidi e bucerotidi. Poche sono le caratteristiche comuni a tutti i membri dell’ordine: il numero di vertebre cervicali (da 13 a 15), la struttura dello sterno e quella del palato, e la disposizione delle dita delle zampe, a tre in avanti e uno indietro, con quelle anteriori parzialmente fuse alla base. La famiglia degli alcedinidi di cui fa parte il martin pescatore è caratterizzata da uccelli dal corpo tozzo, il capo voluminoso, la coda e le ali corte. I todidi sono piccoli uccelli limitati alle Antille. I meropidi – i gruccioni – sono caratterizzati da un piumaggio colorato, da una dieta insettivora e dall’abilità di cacciare in volo. I coracidi, che danno il nome all’ordine, sono specie insettivore e migratrici affini alla ghiandaia marina, che ne è il principale rappresentante. La famiglia degli upupidi comprende la sola upupa; quella dei bucerotidi, infine, raggruppa uccelli di grandi dimensioni, arboricoli, diffusi nelle zone tropicali del Vecchio Mondo. Si tratta di forme ben diverse da tutti gli altri coraciformi, superficialmente simili ai tucani, caratterizzate da un piumaggio di colore scuro, un becco molto voluminoso, incurvato verso il basso e sormontato da una massa di natura cornea, e da ciglia sulle palpebre. La specie Alcedo atthis, il martin pescatore eurasiatico, si riconosce facilmente per il piumaggio vivacemente colorato di azzurro e arancione. Presente anche in Italia sebbene non molto comune, è diffuso in tutta Europa in prossimità dei corsi d'acqua, a sud della regione scandinava e al di sotto dei 1800 m di quota. In Valtellina dove si è fatto sempre più raro, soprattutto per la demolizione progressiva degli argini sabbiosi, sostituiti sempre più da argini artificiali in pietra, è stato avvistato sia al Pian di Spagna e nell’oasi di Novate Mezzola, che lungo l’Adda vicino a Berbenno, alla periferia di Sondrio, al parco dei Bordighi e perfino nella piana creata dalla grande frana del Monte Coppetto in Val Pola. Il gruccione, diffuso in tutta l'Europa meridionale, vive in territori aperti dal clima arido e si nutre quasi esclusivamente di api e di vespe. Lo caratterizzano un piumaggio particolarmente variopinto e un becco nero lungo e sottile. È un uccello molto canoro, e dispone di vocalizzi specifici per il saluto, il corteggiamento, il ritrovamento del cibo. Lo si può vedere in Sardegna dove è molto comune nelle piane sabbiose con pochi alberi vicino al mare o nelle radure già più lontane dal mare ma dove siano presenti dune o pareti sabbiose dove poter nidificare. Presenta un volo sinusoidale tutto particolare fatto di continue picchiate e successive risalite. L'unica specie della famiglia degli upupidi, inclusa nell'ordine dei coraciformi, è costituita dall'upupa. Facilmente riconoscibile dal piumaggio giallo a strisce nere e bianche, oltre che dall'inconfondibile cresta, conduce vita solitaria nelle regioni comprese tra Eurasia centrale e Africa, dove nidifica nelle cavità degli alberi e si nutre di larve, insetti e vermi. E’ comune lungo tutte le coste italiane ma soprattutto in Sardegna, nelle boschine di eucalipti o nelle pinete in riva al mare ed è uno degli uccelli più belli da vedersi o da fotografare anche per la presenza della bella cresta che ama aprire solo in rare occasioni. Il suo volo è leggero e silenzioso mentre il suo canto è monotono e tenebroso. Quando viene minacciata si appiattisce sul terreno con ali e coda spiegate. La sua alimentazione comprende insetti di vario tipo, che cattura nei prati per poi lanciarli in aria ed afferrarli al volo, ragni, lucertole ed altri minuscoli animali. In particolare è ghiotta degli insetti che trova sullo sterco di bue. E’stato avvistato da qualche pescatore anche lungo l’Adda dove probabilmente passa nelle fasi di transito dato che in Italia giunge all'inizio della primavera e riparte a settembre. Il pettirosso è l’unico passeriforme con una grande e vistosa macchia che più che rossa è arancione su faccia e petto. E’ molto comune ma resta uno dei piccoli uccelli più belli e simpatici tra quelli presenti sul nostro territorio, sebbene il suo carattere sia piuttosto litigioso e battagliero. Dorso verde oliva. Ventre bianco. Iride nera. Giovani senza macchia rossa, con coda lunga e bruno scura e fittamente macchiettati di marrone scuro e fulvo. Molto confidenti con l'uomo, finiscono molto spesso vittime di archetti e tagliole. Frequenta giardini, siepi, sottobosco e macchia mediterranea. Insettivoro che cambia regime alimentare in autunno, cibandosi prevalentemente di bacche e frutta. Nidifica nei buchi e nelle fenditure degli alberi, nelle siepi e tra l'edera. Una graziosa leggenda, fra le tante fiorite su questo grazioso pennuto, attribuisce il colore del suo petto a una goccia del sangue di Cristo, cui il pettirosso avrebbe cercato di alleviare le sofferenze tentando di strappare dalla fronte le spine della corona. Il ciuffolotto vive in quasi tutta l'Europa e non è difficile trovarlo in molte regioni dell'Asia e del Giappone. In Italia è diffuso in quasi tutte le regioni del centro-nord e difficilmente si sposta al sud della nostra penisola. Predilige vivere in ambienti boscosi costituiti da piante sempre verdi, conifere, abeti, ecc. Infatti il suo habitat naturale è costituito dal bosco di montagna, che lascia in inverno, quando il cibo incomincia a scarseggiare, per spingersi in stormi più a valle, dove frequenta giardini ed orti. Infatti, se non è disturbato, si stabilisce nei giardini o nei parchi delle grandi città dove convive con le altre razze di uccelli presenti; misura circa 15 cm, presenta un piumaggio folto e soffice con un becco breve e grosso. Il maschio presenta la testa nera, il dorso grigio e il ventre rosso. La femmina, invece, la testa nera, come il maschio, il dorso grigio-bruno, molto simile al ventre che può presentare delle sfumature rosa. Il crociere è un fringillide con forte differenze (dimorfismo sessuale) tra maschio e femmina. Il maschio è rosso con ali e coda nere. La femmina è verde-oliva con petto e groppone gialli. I giovani sono grigio-verdastri con ventre giallo striato. La sua principale caratteristica è il becco grosso con mandibole incrociate per questo chiamato in dialetto “bec in crus”. Coda forcuta. Volo rapido e ondulato. Quando mangia, soprattutto pinoli, si muove con movimenti simili a quelli dei pappagalli. Vive e nidifica nelle conifere e capita di vederlo e sentirlo anche d’inverno, quasi sempre in gruppo, mentre scartoccia qualche pigna di abete rosso. La cinciallegra è la cincia più grande. Ventre giallo attraversato nel centro da una striscia longitudinale nera. Testa nero-blu con guance bianche. Dorso grigio-blu e bruno-verdastro. Coda molto lunga. Giovani con vertice del capo bruno e guance giallognole. A volte imita il canto di altri uccelli. Frequente nei boschi misti, siepi e giardini. In primavera ed estate si nutre di insetti, molluschi e aracnidi; in autunno e inverno di frutta e graminacee. Nidifica in buchi degli alberi e dei muri, nelle grondaie e occupa spesso le casette-nido. Nonostante abbia un'indole socievole si dimostra poco tollerante con gli altri uccelli. Non di rado attacca anche uccelli di dimensioni maggiori, ai quali può provocare gravissimi danni assalendoli di sorpresa nel tentativo di fratturare loro il cranio con il becco. La cinciarella, secondo me uno degli uccelli più belli per la sua colorazione dominante sul giallo-azzurro, è facile da riconoscere per il color cobalto del vertice del capo, delle ali e della coda. Ventre giallo. Guance bianche con una striscia nera che attraversa gli occhi e la nuca. Al di sopra, larga banda bianca. I giovani hanno guance e ventre giallastri e sono marrone-verdastro. Frequenta boschi misti, siepi e giardini. In primavera ed estate si nutre di insetti, molluschi e aracnidi; in autunno e inverno di frutta e graminacee. Nidifica in buchi degli alberi e dei muri, nelle grondaie e occupa spesso le casette-nido. La natura è una riserva infinita di piacevoli sorprese, sia che la si guardi sopra che sotto la superficie, l’importante è avere la pazienza e per qualcuno anche il tempo di osservarla.





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