L'attività di cava
Legislazione e prospettive




(da Lavorare la pietra - Tradizione ed innovazione nella lavorazione delle pietre di Valtellina e Valchiavenna : Guida alla mostra della primavera 2001 tenutasi presso Palazzo Martinengo a Sondrio)

L'attività di cava è attualmente regolata dal R.D. luglio 1927, n. 1443: norme di carattere legislativo per disciplinare la ricerca e la coltivazione delle miniere nel Regno, in cui tra l'altro, si classificano come miniere, le ricerche e le coltivazioni di sostanze minerali relative a: pietre preziose, granati, corindone, bauxite, leucite, magnesite, fluorina, minerali di bario e di stronzio, talco, asbesto, marna da cemento e pietre litografiche e si stabilisce che il permesso di ricerca è rilasciato tramite apposita concessione dal Ministro per l'industria ed il commercio o dal Distretto minerario.
Con Legge regionale 8 agosto 1988, n.14 vengono poi introdotte nuove norme per la disciplina della coltivazione di sostanze minerali di cava, con cui si stabilisce tra l'altro che la programmazione di tali attività si attua attraverso piani provinciali proposti dalle Province e approvati dal Consiglio Regionale e che l'autorizzazione per tali attività compete alla Provincia, in subordine alla presentazione di apposita convenzione, stipulata tra il richiedente ed il comune interessato, con la quale, tra l'altro, il richiedente, s'impegna a versare annualmente al comune una somma a titolo di contributo per la realizzazione delle infrastrutture e degli interventi pubblici di recupero ambientale.
Quello che in particolare lamentano i pochi artigiani della pietra ollare è la parificazione nell'attività di cava di estrazioni di rocce tipo serpentino o talco, a quelle che riguardano materiali presenti in limitata quantità e di particolare pregio; questo comporta appesantimenti e lentezze burocratiche che non possono certo incentivare l'artigiano che intende iniziare o continuare un'attività nel settore specifico.
Ci sembra d'altra parte doveroso ricordare che in valle è mancata completamente, finora, da parte degli enti locali un'attività di valorizzazione delle antiche attività minerarie o di cava che in provincia riguardano soprattutto i minerali del ferro (soprattutto sulle Orobie), ma anche per esempio la pietra ollare; sull'esempio di molti paesi esteri come l'Austria o la Scandinavia, come già invitava a fare, in un suo articolo del 1980, il compianto ing. Guiscardo Guicciardi, bisognerebbe istituire musei all'aperto ed itinerari guidati, che valorizzino le antiche attività artigianali tipiche della provincia e la cosiddetta "archeologia industriale".
Sempre nel caso della pietra ollare, non si è mai proposta poi da parte della Provincia o della Comunità Montana competente, l'istituzione di apposite scuole per l'apprendimento del lavoro di cavatore e tornitore, con la conseguente formazione di nuove leve che siano in grado in futuro di portare avanti attività tipiche altrimenti destinate a scomparire.
A questo proposito, visto che tra gli obiettivi di questa mostra, non ultimo c'è anche quello di spronare, per quanto possibile gli enti locali, ricordiamo che nell'ambito del documento politico programmatico VII legislatura della Regione Lombardia, intitolato "Culture, identità e autonomie: fattori di sviluppo della Lombardia", sono previste, tra le competenze della Direzione Generale Culture, Identità e Autonomie della Lombardia e dello staff del Direttore Generale, apposite aree di attività tra cui:
Promozione e sostegno della ricerca sulle testimonianze aventi valore per l'identità delle comunità locali;
Studio e sperimentazione di iniziative volte a valorizzare culture, identità e autonomie locali.
In tali ambiti sono previsti finanziamenti per attività di promozione educativa e culturale che possono essere richiesti alla Provincia competente per territorio da parte di : Enti locali, enti pubblici; Associazioni e fondazioni che operino senza fine di lucro; Università e che potrebbero, appunto favorire apposito progetto portato avanti con convinzione da un consorzio di enti tra cui bene figurerebbero per esempio, nel caso della Val Malenco, la stessa Provincia, la Comunità Montana, , il Comune, il Museo storico-etnografico di Chiesa e l'Apt.



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