Benetti, artista e uomo di Scuola
A margine della mostra a palazzo Sertoli e nella sala Ligari della Provincia.
di Giambattista Marcassoli
La mostra dedicata ad una selezione di opere pittoriche e scultoree di Livio Benetti è articolata in diverse sezioni dislocate in due sedi differenti del capoluogo. Fino al 16 ottobre sarà possibile visitare l'esposizione allestita presso la Sala Ligari del Palazzo della Provincia mentre rimarrà aperta fino al 31 ottobre quella allestita nelle sale di Palazzo Sertoli di proprietà del Credito Valtellinese. Gli orari di visita sono: tutti i giorni tranne il lunedì dalle ore 10 alle 12,30 e dalle ore 15 alle 19. Questa settimana Eco delle Valli rende omaggio all'artista d'adozione valtellinese attraverso un commosso ricordo di un suo amico e collega,
il prof. Giambattista Marcassoli.

Era il 15 ottobre 1937 quando incontrai, per la prima volta in classe, Livio Benetti. Veniva da Trento dove aveva insegnato all'Istituto Tecnico Commerciale e all'Istituto Magistrale Rosmini. Era un bel giovane, Ufficiale degli Alpini; io un ragazzo, un allievo, uno dei tanti allievi di fronte ad un artista uscito dall'Accademia delle Belle Arti e Scultura di Firenze con l'idoneità all'insegnamento del Disegno. Benetti era un valido ed ottimo insegnante, dalla didattica convincente, che sapeva inculcare nell'allievo l'amore per l'arte con un suo stile tutto personale. Ma il rapporto durò poco, poichè il Livio Tenente Benetti fù presto richiamato, indossò la divisa ed il cappello con penna nera e scomparve. Anch'io partii più tardi. Lo incontrai di nuovo nel dopoguerra, nell'estate del 1945, lui congedato ed io rimpatriato dalla Svizzera. Da allora i nostri rapporti divennero molteplici: scuola, sindacato, partito. Io incominciai l'insegnamento alla "Torelli", lui ormai era insegnante di ruolo all'Istituto Magistrale. Nel 1952 ci ritrovammo in detto istituto e fu per me un'emozione indicibile incontrare come colleghi i miei ex professori Racchetti e Benetti. Livio Benetti fu vicepreside dell'istituto fino al 1958 e, dopo la presidenza Racchetti, fu nominato preside incaricato fino al l965. Che dire dei nostri rapporti, dei rapporti del preside Benetti con gli altri colleghi? Essi furono sempre molto amichevoli, ispirati da reciproca fiducia e rispetto. Benetti volle fin dall'inizio che ci si desse del tu e la collaborazione fu sempre leale e sincera. Era l'ideale dei presidi; dimostrò sempre comprensione e signorilità verso i colleghi, un preside dalla personalità spiccata che non faceva però mai pesare l'autorità. Curò con molto acume la didattica, profuse ed inculcò la sua esperienza in noi giovani insegnanti, seppe reggere con molta maestria e buon senso l'istituto. Fu un grande organizzatore, preciso e solerte nel preparare le molteplici attività dell'istituto, sempre presente ad ogni manifestazione della scuola. Sotto di lui (lo ricordo molto bene perchè mi fu di grande esempio) le gite scolastiche divennero veramente viaggi d'istruzione, preparati con cura, competenza e dovizia di interessi: ogni tratto del viaggio, ogni località visitata furono presentate con illustrazioni e commenti proficui. Tutti partecipavano con entusiasmo a questi viaggi, professori ed allievi, ben sapendo che si sarebbero arricchiti di nuove nozioni ed emozioni. D'altra parte la preparazione e la competenza di Benetti nel campo artistico gli permettevano di trasfondere nei presenti comprensione ed amore per le opere d'arte visitate. Con Benetti collaborammo molto anche nel Sindacato Nazionale Scuola Media, il sindacato unico che raggruppava tutti gli orientamenti e le ispirazioni. Fummo vicini anche in politica ed anche nella sua attività di Presidente dell'Ente Turismo. La sua scomparsa ha lasciato in tutti un grande vuoto: nei suoi ex allievi, colleghi, amici, nei quali aveva profuso tutto il suo buon senso, la sua cultura, la sua esperienza, la sua capacità, il suo esempio di serietà, di onesta e di attaccamento al dovere.

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