Ricordo di Walter
 

Walter ci ha lasciati.
Walter sul Cevedale Walter Gianatti, 48 anni di Sondrio, amico e compagno di tante escursioni, è rimasto vittima, sabato 31 maggio 2003, alle 10,10 di una valanga di sassi e neve che si è staccata dal versante sud della Cima Piazzi, a 3100 metri di quota.
La moglie e l'amico che lo seguivano (altri tre compagni erano già giunti sulla cima) hanno raccontato: "Stavamo risalendo un canalino molto ripido con la piccozza ed i ramponi e Walter era avanti circa di dieci minuti e ci stava aspettando con gli sci ai piedi. Quando abbiamo raggiunto il piano e ci stavamo preparando, anche noi, a mettere gli sci, abbiamo visto un grosso masso che si staccava dalla cima della montagna e che in pochi secondi creava uno smottamento di neve e sassi di circa duecento metri. Tutti e tre siamo stati investiti ma Walter, che non ha avuto il tempo di togliere gli sci è stato trascinato a valle per oltre 400 metri. Noi ci siamo liberati immediatamente e così, senza pensarci due volte, abbiamo chiamato gli altri tre scialpinisti che erano con noi ed erano più avanti di qualche decina di metri, dicendo di avvisare l'elicottero del 118."
L'amico Renato ha quindi disceso il canalino con la sola racchetta rimasta dopo l'impatto, cercando di recuperare Walter, rintracciato in breve tempo, anche grazie allo zaino e gli sci che emergevano dalla neve: Purtroppo, una volta liberato dalla neve, Walter non respirava più, nonostante un tentativo di rianimazione. I medici del 118, raggiunta la località in pochi minuti, hanno estratto il corpo dal cumulo di neve, privo di conoscenza e in arresto cardiocircolatorio, riuscendo però a rianimarlo.
Walter veniva poi trasportato con l'elicottero all'ospedale Morelli di Sondalo, dove veniva ricoverato nel reparto di rianimazione e dove purtroppo cessava di vivere domenica mattina.
Le cime più alte, quelle finora mai raggiunte l'attendevano; lì ora sarà senz'altro impegnato con sci e pelli di foca in qualche ardita ascesa tra le nuvole.
Walter, sposato con quattro figli (un saluto commosso va alla famiglia), benvoluto da tutti, era un grande appassionato di montagna e noi tutti lo ricorderemo sempre sorridente, come quando ci aspettava la mattina presto, sempre accanto a Lidia, prima a di avviarsi verso qualche ascensione.
Io lo voglio semplicemente ricordare come l'ho visto l'ultima volta, quel giorno sulla cima del Meriggio, poco tempo prima della tragedia, segnato in volto da un precedente incidente, io in discesa e lui in risalita, quando salutandoci mi ha detto: "ti lascio perché è già tardi e voglio arrivare in cima".

Ciao Walter.


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